Masi - Resilienza e identità: ecco le sfide delle aziende vinicole

Il futuro del vino in una ricerca congiunta tra Università di Verona e Bordeaux, che ha preso il produttore di amaroni come caso studio

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Una parola spesso inflazionata, ma in questo caso perfetta: resilienza. È quello che serve alle aziende del vino che vogliono prosperare in un contesto che sta mutando velocemente. Lo ha evidenziato uno studio, presentato ieri, a cura di Jean-Marie Cardebat, professore di economia all’Università di Bordeaux, e Davide Gaeta, docente di economia dell’impresa vitivinicola all’Università degli Studi di Verona. Con un caso di studio sui generis: il produttore di amaroni Masi Agricola

Titolo del report: "Resilienza e preparazione al prossimo ciclo di consumo globale di vino. Masi: Un caso studio originale". Ma andiamo con ordine. Il mercato dei vini è ciclico, ovvero segue la congiuntura economica. E anche se bisognerà fare i conti con i dazi minacciati da Trump, si aprono scenari interessanti per i vini italiani e francesi, universalmente riconosciuti come i migliori al mondo.

Difatti, soprattutto in Europa, il contenimento dell’inflazione e l’annesso aumento del potere di acquisto dei consumatori dovrebbe dare nuovo slancio alle vendite. 

Prospettive e cambiamenti del mercato

Secondo Straits Research, la dimensione del mercato globale del vino, dai 463,5 miliardi di dollari nel 2024, raggiungerà i 490,23 miliardi nel 2025 e i 749,1 miliardi nel 2033. Soprattutto nel 2027 è prevista una fase di “nuova crescita sostenuta per il settore vitivinicolo”, ha commentato Cardebat.

Ma servirà, appunto, resilienza, ovvero capacità di gestire i rischi, adattarsi e innovarsi. Infatti, il prossimo ciclo vedrà protagonisti nuovi trend e consumatori. Assisteremo a "un crescente spostamento della domanda verso la ricerca di qualità" - ha sottolineato l’esperto francese - e sarà necessario rafforzare il prestigio dei marchi, valorizzando esperienze di consumo come l’enoturismo. Inoltre, i mercati emergenti, tra cui Africa e America Latina, "potrebbero ridefinire gli equilibri globali, con un interesse in aumento per i vini rossi".

Mentre Gaeta ha sottolineato l’importanza di un "modello organizzativo strutturato e una governance solida", l’apertura del capitale a terzi e "strategie mirate di acquisizione e diversificazione del portafoglio prodotti". Il docente ha poi detto che "la segmentazione della distribuzione" e una "presenza ponderata" su differenti mercati internazionali consentiranno di "mitigare i rischi e cogliere opportunità di sviluppo".

Non bisogna poi scordare che chi acquista vino, nel profondo, cerca non solo una bevanda ma anche un pezzo di storia e un legame con il territorio di produzione e i suoi valori. Per questo, tra gli altri elementi di competitività, ci sono "l'identità aziendale, il marketing strategico e l’innovazione orientata alla sostenibilità".

Il caso Masi Agricola

Masi è l’unica azienda italiana vitivinicola quotata in Borsa. In un settore ancora dominato da imprese familiari timorose del cambiamento, non è una cosa da poco. Masi è riuscita a unire "tradizione e innovazione" ha detto Gaeta, mantenendo il legame con il territorio e la storica famiglia Boscaini, al contempo aprendosi a una struttura manageriale e all’ingresso di nuovi soci. Ha inoltre adottato "un sistema di monitoraggio avanzato per garantire una gestione efficiente della produzione e della distribuzione, e implementare una strategia di crescita lungimirante".

In circa 10 anni dalla quotazione, il bilancio strategico di Masi è chiaro: implementazione di pratiche sostenibili, omnicanalità distributiva e comunicativa, innovazione di prodotto con il lancio dei vini bio, presenza internazionale. E anche rafforzamento dell’enoturismo che quest’anno culminerà con l’avvio di "Monteleone21, il nostro visitor center in Valpolicella", ha evidenziato l’ad Federico Girotto.

Sul fronte M&A, il manager ha ricordato "il recente sbarco in Oltrepò Pavese con l’acquisizione della tenuta Casa Re e il lancio dello spumante Metodo Classico Moxxé del Re, dove contiamo di replicare quanto realizzato in Valdobbiadene con Canevel Spumanti, un brand che ha continuato a crescere, anche in termini di export".

Relativamente ai dazi di Trump, Masi è esposta per circa il 10% del fatturato, ma Gaeta ha invitato alla calma, ricordando i tanti dietrofront del presidente americano. Infine, Girotto ha detto che la società è sempre riuscita ad adattarsi con resilienza ai vari contesti, trasformando le sfide in opportunità.
 


Gianluca Brigatti

Giornalista Finanziario